Il Punto di Anto
UNO PER TUTTI E TUTTI PER UNO
Torniamo da Firenze con la certezza di essere una squadra nel vero senso della parola. Chi ha praticato sport di squadra sa che in certe partite l’imperativo è non perdere ed oggi il Bologna ha applicato questa regola che può funzionare solo se hai la voglia di soffrire per il tuo compagno, se si ha la spinta interiore di aiutarsi anche a costo di fare brutte figure personali, ma per il bene collettivo. Oggi infatti i nostri ragazzi hanno portato via un ottimo punto in una situazione ambientale particolare. Le dimissioni di Pioli con strascico di comunicati e repliche, la contestazione dei tifosi viola alla dirigenza, con la decisione di disertare lo stadio per tutto il primo tempo, l’arrivo del nuovo tecnico (Montella) che si sa, porta sempre grande voglia nei giocatori di mettersi in mostra azzerando tutte le gerarchie e non ultima la nostra atavica rivalità avevano creato un clima molto ostico nei nostri confronti, ma bravissimo come al solito, il nostro allenatore a preparare una partita di contenimento, diversa dal solito, ma gagliarda e pratica, con pochi fronzoli e tanta sostanza. A dir la verità, Sinisa ci aveva abituato bene se è vero che contando le ultime 6 partite, i Rossoblù sarebbero primi in classifica con 13 punti, ma oggi serviva almeno un punto e peccato che nel finale in un contropiede clamoroso Orsolini si sia divorato un gol fatto per la sua idiosincrasia al piede destro, altrimenti saremmo qua ad esaltare l’ennesima impresa del serbo che ci sta facendo vedere che si può fare belle cose anche a Bologna. Incredibile ma vero saremmo anche davanti alla Juventus che ieri ha avuto il suo solito “stile” strafregandosene del campionato italiano schierando giocatori che non sono neanche le riserve, ma ragazzi della primavera, perdendo a Ferrara ed in qualche modo falsando la lotta per la retrocessione. La domanda è: ha ancora senso un campionato che finisce con verdetti già conosciuti ancora prima di iniziare? La Juve che è al suo 8° scudetto consecutivo vinto ormai da mesi, le retrocesse che si conoscono al 90% già a gennaio ed il gap creato da ripartizioni dei diritti televisivi assurde, legiferate dai soliti “politicanti amici”che aumentano il potere dei forti e diminuiscono la possibilità di competere delle squadre medio piccole, hanno portato il campionato definito “il più bello del mondo”, ad un format che non viene ritenuto appetibile dai più grandi network europei e mondiali. Dove non c’è vergogna, manca virtù e onore!