Il punto di Anto
LE NOZZE D’ ORO
Correva l’anno 1967, mio cugino Franco ed un suo zio mi portarono per la prima volta allo “stadio”. Un mondo a me sconosciuto. Bologna contro il Milan. Mi ricordo che ero sui piedi dello zio, per recuperare quei centimetri per poter vedere qualcosa attaccati al muretto (allora era così) della curva San Luca. I colori, le migliaia di persone accalcate, le urla, tutto mi affascinava e un po’ mi spaventava, ma capivo di assistere ad un evento che mi avrebbe segnato per sempre. Un altoparlante sgraziato urlava “ Nicoletti, Nicoletti, Nicoletti “, poi una canzoncina che diceva di donare freschezza e vigore , guardavo stupito e lo zio disse “ è la reclam!” il Bologna perdeva 2 a 0 ma poi alla fine pareggiò e ricordo che la gente intorno a me, ma soprattutto dalla parte opposta dello stadio erano tutti come impazziti. Quella è la curva dei “matti” disse lo zio e per me la curva, oggi Bulgarelli, così è rimasta. Ieri sera ho simbolicamente festeggiato 50 anni di stadio con ancora un Bologna- Milan che mi ha fatto pensare. Ricordo Bulgarelli che veniva a morosa in via Brizio, di fianco a casa mia, ricordo che con l’amico Massimo, detto il Rufus, guardavamo se usciva di casa Savoldi in via Breventani e ammiravo qualche giocatore che frequentava l’allora” circolo culturale sportivo bolognese “, oggi Nettuno tennis club, che aveva la sede in via Valdossola, che negli anni a seguire fu anche sede di radio Nettuno. Sono passati tanti giocatori anche importanti, presidenti che sono finiti in galera, Brizzi e Recchia , che sembravano dei personaggi dei fumetti , il periodo buio di Casillo e i suoi silos, Gnudi e Gruppioni, quel gran signore di Gazzoni, che si è quasi rovinato , dilapidando un patrimonio per il dio pallone, Cazzola che i suoi conti li sapeva fare, fino ad arrivare a Joey Saputo l’imprenditore italo-canadese. L’ho conosciuto di persona uno dei primi giorni che arrivò a Bologna. Ho la presunzione di capire le persone guardandole negli occhi e il mio giudizio è di una persona corretta integerrima, che parla poco, ma che sa quello che dice, in due parole mi è piaciuto moltissimo. Ci ha promesso un ottimo futuro e ci ha pubblicamente detto che saremmo stati orgogliosi di questa squadra. In 4 giorni siamo riusciti in un’ impresa storica prendendo 7 gol in casa col Napoli e perdendo dal Milan in 11 contro 9. Non sono orgoglioso. Voglio credere ancora in questi colori e vorrei che Joey per le mie nozze d’ oro mi regalasse ancora la gioia infantile di poter sperare e gioire con il rosso e il blù. Nonostante tutto quando arriva il giorno della partita, quel bambino mi prende ancora per mano e mi porta allo stadio e la fede non muore mai!