L’incursione di Fantomas
L’importanza di chiamarsi Anthony Mounier
(ovvero il piede sbagliato dalla parte sbagliata)
Non ha la classe di Diawara, non ha la forza di Donsah, non segna come Destro, non ha i guizzi di Giaccherini, non recupera palloni come Brighi, ma ha un po’ di tutto questo in dosi anche interessanti, oltre ad una notevole umiltà e capacità di stare al suo posto e non creare problemi se quella domenica dovrà cedere il posto ad uno più in forma.
Poi rappresenta l’impersonificazione di una nuova e intelligente variante tattica che da alcuni anni sta diventando di moda, forse anche perchè efficace se correttamente eseguita e cioè mettere un destro a sinistra e un sinistro a destra. Io appartengo ad una generazione in cui chi entrava alla scuola calcio da mancino era considerato un potenziale talento da sviluppare, mentre se entravi in prima elementare scrivendo con la sinistra eri un errore della natura da correggere e ti legavano il braccio sinistro dietro la schiena.
Però se eri un mancino dovevi giocare a sinistra , questo era poco ma sicuro , se Bernardini avesse messo Perani a sinistra e Pascutti a destra al Littoriale si sarebbero sentite delle urla violente per non pensare cosa avrebbe scritto il Carlino il giorno dopo…
Lo stesso Arrigo Sacchi, uno dei più grandi innovatori della strategia calcistica, non si sognava neanche di schierare Donandoni a sinistra ed Evani a destra, poi da alcuni anni a questa parte i grandi Messi e Robben hanno iniziato a capire che così facendo si possono creare delle situazioni molto interessanti e fare veramente del male alle difese.
Il paragone non regge tra il nostro e questi fenomeni, però le sue giocate e tutte le sue piccole qualità ne fanno una spezia saporita che nel menù di Donadoni trasforma un ottimo piatto in piatto sfizioso.
Alla prossima incursione…